Musei Italiani su Pinterest

L'ITALIA DEI MUSEI
Esiste un'altra Italia, oltre i grandi circuiti turistici, le città d'arte e le città di villeggiatura.
E' l'Italia dei musei territoriali, etnografici, aziendali, scientifici.
L'Italia che potremmo definire dei "musei specializza­ti".

Museo dell'Enoteca Regionale Piemontese



Via Castello 5
12060 Grinzane Cavour
(Cuneo)
tei. 0173/262159
orario estivo: 9.00/12.00-14.30/18.30
 orario invernale: 9.00/12.00- 14.00/18.00
chiuso martedì e il mese di gennaio


Dove poteva nascere un museo dedicato all'arte del bere se non a Grinzane Cavour, nella patria dei vini piemontesi e del tar­tufo? E infatti, proprio qui, ha sede un'enoteca-museo piena di sorprese e senz'altro degna di una visita accurata.

Nello storico castello di Grinzane è infatti possibile gustare o acquistare Baroli, Barbera e grappe loca­li, tutti controllati e garantiti da un apposito Ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei Vini di Alba che ha la responsabilità della gestione tecnica della mostra e sovrintende a tutte le attività dell'Enoteca. Il museo ha sede nel cuore stesso del castello.

 I suoi saloni offrono scorci suggestivi e sono suddi­visi in modo razionale. In un'ala è collocata la col­lezione dei cimeli cavouriani. In un'altra sezione è conservata la mostra dei vini albesi nella roma­nità. E da lì si entra in due splendidi ambienti che riproducono con fedeltà una cucina albese del Seicento e un'altra dell'Ottocento.

Ecco un'inte­ressante settore dedicato ai vetri da vino e ai "piatti dell'uva" della vecchia Mondovì. Seguono i reperti enogastronomici delle Langhe, una distil leria del Settecento, la ricostruzione delle botte ghe di un bottaio e di un maniscalco e un intero angolo dedicato ai pesi e alle misure.

Si conclude ­la visita soffermandosi su un grande protagonista della gastronomia piemontese, il tartufo. Si dice da più parti che la cucina è cultura.

 E ciò naturalmente vale anche per il vino. Per questo il Museo dell'Enoteca si fregia del titolo di museo etnografico. Ma per passare dalla teoria ai fattii, nel castello funziona anche un ristorante nel quale si servono esclusivamente i piatti tipici della cucina albese accompagnati da vini e grappi provenienti dall'enoteca.

Un musco cosi raffinato attira molti palati curiosi. E l'Ordine dei Cavalieri di Grinzane può contare così ogni anno sulla visita di circa 65.000/70.000 turisti.

L
e origini del castello risalgono alla metà dell’XI secolo, quando fu edificato il primo corpo della torre centrale ad opera della contessa Adelaide Manfredi, che andò sposa in terze nozze a Oddone di Savoia. Verso la metà del XII secolo il feudo di Grinzane, situato attorno alla torre, fu dato in vassallaggio dalla città di Alba ad una famiglia detta De Grinzaneis. Verso la metà del XV secolo il castello era di proprietà dei Marchesi di Monferrato.




Le attuali forme architettoniche risalgono alla metà del XVI secolo, quando Pietrino Belli, signore del castello, andò a nozze con Giulia Damiani di Asti: a quel periodo risalgono le decorazioni del “salone delle maschere”, perfettamente conservate.


All’inizio del 1800 il castello di Grinzane, con 200 ettari di terra, fu acquistato dalla famiglia dei Benso marchesi di Cavour, grandi proprietari terrieri. Nel settembre del 1832, il conte Camillo Benso giunse a Grinzane con in tasca la nomina di sindaco ottenuta per intercessione del padre Michele, che l’anno successivo sarebbe diventato sindaco di Torino. Camillo aveva 22 anni e alle spalle una carriera militare mai veramente intrapresa e terminata l’anno precedente.

Camillo, di animo liberale, non aveva mai nascosto le sue antipatie verso la divisa militare indossata suo malgrado per compiacere la volontà paterna. Venne quindi a Grinzane a fare il sindaco (e lo fece fino al 1848) e ad amministrare i suoi fondi agricoli. Occupazioni che portò avanti con onore, come del resto quella di statista: deputato del regno di Savoia dal 1848 e grande tessitore del costituendo regno d’Italia.

 

Alla morte di Camillo, avvenuta nel 1861, il castello di Grinzane e le proprietà terriere andarono alla nipote Giuseppina Benso, sposa di Carlo Alfieri di Sostegno. Fu la loro figlia, Adele, a donare il castello e i fondi agricoli al Comune di Alba nel 1932. Nel frattempo, il Comune di Grinzane, che nel 1916 aveva aggiunto la denominazione “Cavour” in onore del suo più illustre sindaco, era stato inglobato in quello di Alba (1931).

 

Attualmente, essendo tornato Grinzane comune autonomo nel 1948, la proprietà del castello è di entrambi, Alba e Grinzane, in modo indiviso.

La gestione del castello è curata dalla fondazione Adele Alfieri di Sostegno, eretta in Ente morale nel 1957 e amministrata da un consiglio paritetico eletto dai due consigli comunali.


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